L’attuale assetto dell’area presbiterale mostra alcune criticità. L’altare di origine cinquecentesca, di grandi dimensioni, domina da un piano elevato il resto del recinto, distinto dall’assemblea da un solo gradino e da un ricco disegno pavimentale. Il presbiterio - che occupa un’intera campata della navata centrale, quella individuata dalla cupola, e il coro absidato - è chiuso su tre lati da una balaustra metallica di fattura tardo-ottocentesca o primo-novecentesca. Questa delimitazione agisce come una cesura netta tra lo spazio della celebrazione e quello dell’assemblea.
Ambone e sede del celebrante sono di più recente fattura. Le modeste dimensioni e la posizione dimessa, tuttavia, conferiscono all'ambone un peso gerarchico marginale nell’immagine complessiva del presbiterio. La scelta di orientare la mensa della Parola
verso l’assemblea dei fedeli va a scapito della comunità monastica, che risulta di fatto esclusa da questo momento liturgico, o che piuttosto sceglie di celebrarlo su un altro leggio, in posizione baricentrica tra le due ali del coro, escludendo così, viceversa, la comunità dei fedeli.