Cima Grappa

SACRARIO MILITARE DI CIMA GRAPPA. Gara per la progettazione delle opere di restauro e di allestimento degli spazi museali del sacrario di Cima GrappaCon Giovanni Carbonara, Gianandrea Gazzola, Claudio Modena. 10.2015. 

Restauro, allestimento, paesaggio: tre dimensioni di un progetto complesso di valorizzazione

Il Sacrario di Cima Grappa è un complesso ‘sistema edilizio-paesaggistico’, nel quale i fronti verticali, le cornici, gli sporti, le rientranze ma soprattutto i piani orizzontali giocano un ruolo fondamentale di protezione ed autoconservazione del manufatto.
Tale sistema, pur definito da superfici molto diverse fra loro (Sacrario, Galleria Vittorio Emanuele III ecc.) ma tutte pregevoli e di notevole qualità estetica ed evocativa, anche grazie al lavorio del tempo, rappresenta una realtà composita, sia sotto il profilo costruttivo sia sotto quello puramente geometrico e materico, dal quale gran parte dei processi di degrado dipende. 

Le operazioni di restauro sono state studiate per garantire rispetto del carattere ‘storico’ delle superfici murarie, anche di quelle più delicate; si pensi alle condizioni, in molti casi precarie, della roccia carsica ‘a scaglie’ o dei pochi resti lignei originali parzialmente murati.
Da qui la previsione di operazioni delicate e puntuali di ripresa dei fronti murari ammalorati (con tecniche attentamente studiate caso per caso e con un equilibrato uso dei materiali tradizionali e moderni, in ragione della migliore rispondenza al problema specifico); di riadesione della fodera lapidea al nucleo murario; di sistemazione delle ‘copertine’ (o ‘bauletti’) sommitali in modo da bloccare la pervietà all’acqua piovana. 

Il nuovo museo di Cima Grappa nasceva come parte organica di un sistema narrativo d’area vasta, che doveva includere anche i due Sacrari di Redipuglia e Asiago: il “Museo diffuso della Grande Guerra”. Il progetto prevedeva che ogni ambiente del Sacrario diventasse parte del percorso di visita, senza tradire la propria vocazione, attraverso i linguaggi espressivi (architettonici, multimediali, artistici, scientifici) adeguati ai diversi temi del progetto museologico. 

Declinare il progetto narrativo in una sequenza complessa di spazi: il progetto di un allestimento ambientale

La straordinaria stratificazione fisica e simbolica del Grappa ha reso necessaria una riflessione sullo storytelling che trascendeva la scala del progetto di allestimento e arrivava ad interessare l’intera area monumentale. Il nuovo museo è stato pertanto inteso come porta del complesso di Cima Grappa.

Per dare effettiva risposta all’obiettivo generale di sensibilizzare la coscienza contemporanea alle storie della Grande Guerra, si è cercato di ricondurre all'oggi i temi dell'allestimento, facendo appello a quei caratteri delle singole esperienze che riguardano la condizione umana, dunque universale, dei loro protagonisti. Attraverso un allestimento multidisciplinare si poteva dare ad ogni testimonianza - tangibile o intangibile - un suo contesto e un suo percorso di senso.
Accanto ad un più tradizionale linguaggio di tipo divulgativo/informativo, con apparati didascalici, si proponeva di sviluppare un linguaggio di tipo immersivo - che facesse appello ai linguaggi dell’arte, dell’architettura, della narrazione ecc. - per specifici ambienti dell’impianto museale. In alcuni di questi spazi le installazioni (sonore, visive, luminose) dovevano assorbire totalmente l’attenzione del visitatore, in altri, invece, dovevano essere più rarefatte, quasi ad accompagnare il passo lento della risalita negli spazi sotterranei di sacrario e galleria. L’allestimento non avrebbe dovuto alterare l’atmosfera austera del luogo, declinando le tecnologie multimediali su supporti essenziali, semplici, con sistemi elettronici e meccanici di facile montaggio e manutenzione, quasi a voler rievocare l’immagine di approntamenti provvisionali. 

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