Cisternone

IL CISTERNONE. In una cisterna idrica ottocentesca, una pianta di olivastra è sospesa con le radici nel vuoto: un'introduzione all'esperienza del borgo storico di Seggiano e del suo paesaggio. Con Gianandrea Gazzola, Vania Gianese, Stefano Mancuso.

Foto di Alessandro Nanni (2020)

Leggere le radici: un incontro con la dimensione sotterranea del paesaggio

La cisterna idrica ottocentesca si attesta lungo il perimetro delle antiche mura civiche di Seggiano. Lo spazio voltato, un tempo inaccessibile, si sviluppa al di sotto di una piccola piazza in affaccio sul paesaggio della Val d'Orcia.

La scelta di progetto è stata di destinare questo spazio alla dimensione sotterranea, invisibile del paesaggio: porta fisica e simbolica della città e del Museo della Terra e dell'Olivastra di Seggiano. 

Nella cisterna, resa accessibile attraverso una nuova volumetria ipogea, si può osservare l'apparato radicale di una pianta di olivastra seggianese, fissata in chiave alla volta.
L'attività elettrica delle radici dell'albero, alimentate aeroponicamente - ad oggi si tratta della più grande pianta al mondo alimentata in questo modo - saranno osservate attraverso una serie di sensori studiati appositamente dal Laboratorio di neurobiologia vegetale dell'Università di Firenze (LINV) diretto da Stefano Mancuso.

Gli stessi segnali elettrici saranno tradotti in scrittura artistica da Gianandrea Gazzola, un'installazione ospitata in una delle nuove camere ipogee di accesso, illuminata attraverso un lucernario zenitale. 
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