I COLORI DI GIOTTO. Piano del colore per il borgo di Castelnuovo di Farfa ispirato alla Cacciata dei diavoli da Arezzo
di Giotto.
Una strategia espressiva, evocativa
e allusiva per i piani del colore dei centri minori e dei territori interni italiani
“I colori di Giotto”
è un piano del colore sperimentale
per il borgo medievale di Castelnuovo di Farfa, basato sull'affresco “La cacciata de' diavoli da Arezzo” di Giotto.
Per l'immaginario collettivo attuale, il centro storico italiano tipico è un complesso edilizio in muratura a vista, privo di intonaco e di colore. È ormai assodato che questa visione non si radica nella realtà storica italiana, ma ha piuttosto origine da una cultura romantica relativamente recente.
Per la ritinteggiatura di edifici storici per i quali sia possibile, grazie alle fonti di archivio o alle indagini stratigrafiche, appurare almeno uno dei colori perduti, è ormai codificato il metodo della reintegrazione filologica.
Per quanto attiene, invece, alla
ritinteggiatura delle facciate dei cosiddetti centri storiciminori, poiché esse sono state il primo e il più facile bersaglio del tramonto della cultura della manutenzione nel mondo moderno, non esistono elementi per approntare una vera e propria reintegrazione filologica. Questa indeterminatezza operativa interessa la maggior parte dei territori delle province italiane nei quali si trova la parte più cospicua del patrimonio edilizio storico nazionale. Pertanto, allo stato attuale, quando un cittadino interviene sulla facciata di una sua proprietà può, indifferentemente, prevalere il gusto romantico del muro scrostato o quello della cosiddetta tinta “neutra”.

Un modello sperimentale: i capolavori della pittura italiana come modelli per l'architettura minore
Per Castelnuovo di Farfa si è proposta una soluzione diversa: trarre spunto dai colori degli ambienti, delle città e delle architetture di un capolavoro della tradizione pittorica italiana
per costruire una gamma di riferimento, una tavolozza di colori di tinte naturali, tra i quali i cittadini di Castelnuovo avrebbero potuto scegliere liberamente. Questo piano non ha alcun carattere impositivo, presuppone un'implementazione nel tempo, ed è una reale espressione di autocostruzione, in continuità con i processi che hanno formato, attraverso i secoli, i centri storici italiani.
“I colori di Giotto” è uno strumento di pianificazione anomalo: evocativo, allusivo, indefinito, ma al tempo stesso costruito sulla forza della storia.
Il patrimonio pittorico storico ha, infatti, attraversato con più fortuna di quello edilizio, gli sconvolgimenti indotti dal tramonto della cultura della manutenzione nel mondo moderno e costituisce il riferimento visivo più vicino al colore delle facciate ormai perduto.
Per Castelnuovo di Farfa è stato scelta un opera di Giotto, il principale illustratore della vita di S.Francesco e della sua permanenza nella Valle Santa di Rieti, che con la Valle del Farfa – e, quindi, con Castelnuovo – confina. Il modello sperimentale de “I colori di Giotto” potrebbe essere esteso a diversi bacini culturali italiani, facendo attenzione a trovare, di volta in volta, un'immagine pittorica vicina, per cultura, all'ambiente originario.