Percorsi diocesani

L'ESPERIMENTO DEI PERCORSI DIOCESANI. In Il Giornale dell'architettura, rassegna su Le chiese dell'ultimo lustro (a cura di Luigi Bartolomei).Luglio 2017.

Gli esiti dell’iniziativa che tra il 2013 e il 2015 ha acceso l’attenzione sulla relazione tra committenza e architettura nella realizzazione di tre nuovi complessi parrocchiali

Nella cronaca degli ultimi anni di attività del Servizio Nazionale per l’Edilizia di Culto della CEI, la vicenda dei Percorsi Diocesani merita un’attenzione tutta particolare. L’iniziativa, che si concentra in soli due anni, tra il 2013 e il 2015, pur nella sua breve vita, costituisce il momento culminante di una riflessione decennale sui rapporti tra committenza e architettura nella realizzazione di nuove chiese.

L’esperienza dei Progetti Pilota aveva ricordato di quali concrete difficoltà fosse intriso il ruolo del committente di un edificio per il culto. Tante voci, dalle amministrazioni ai parrocchiani, dalla diocesi ai tecnici, dovevano trovare rappresentanza in un unico soggetto complesso, che sapesse al tempo stesso definire le richieste di progetto, gestire gli aspetti procedurali del concorso, informare le comunità, guidare i progettisti, curarsi della fattibilità economica delle opere e riflettere sulla loro gestione e manutenzione. 
I Percorsi Diocesani nascevano in risposta a questa rinnovata attenzione: un esperimento di architettura, sì, ma prima e soprattutto un esperimento di definizione dell’identità della committenza di una chiesa e, viceversa, dell’identità della comunità che in quella chiesa doveva abitare.

Così come per i Progetti Pilota, l’unica edizione dei Percorsi Diocesani ad oggi realizzata riguardava la realizzazione di tre complessi parrocchiali in tre diocesi, distribuite dal nord al sud dell’Italia: Forlì-Bertinoro, Lucca e Monreale.

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